L’autore, attraverso una serie di interviste (più di duecento persone dislocate nei territori di Giugnola e Piancaldoli, due piccoli paesi a cavallo tra il confine dell’Appennino Tosco–Romagnolo) ha ascoltato e raccolto le voci autentiche dei suoi abitanti affinché tracciassero, loro e solo loro, una mappa della storia e dell’umanità di questi luoghi. Scrive infatti nella sua Prefazione al al libro: “Desideravo assistere alla rappresentazione della realtà locale da dietro le quinte, concedendo ampio spazio all’improvvisazione dei suoi protagonisti. Mi sembrava molto più interessante scoprire cosa pensava veramente la gente, piuttosto che suggerirlo io, forte della convinzione che non esista bellezza superiore a quella che sprigiona spontanea e genuina dalla natura: il quadro che ritrae un panorama, per quanto sia bravo l’artista, non sarà mai più bello del panorama stesso. Il compito del pittore è, se mai, di cogliere una bellezza che non tutti riescono a vedere ad occhio nudo. Ed è esattamente quello che ho cercato di fare”.